Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 12 agosto 2016

1200 - IL MAGNIFICAT

Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,39-56 
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore.
 
 
Il Magnificat di Maria è certamente il suo testamento spirituale, perché in esso ella raccoglie la migliore tradizione biblica di cui si nutre fino a identificarsi con Abramo e con tutte le sue generazioni future «per sempre» (v. 55). Il suo inno sgorga da un duplice incontro: due madri, Maria ed Elisabetta, e due figli, Gesù e Giovanni, di cui uno alla presenza dell’altro, non ancora conosciuto, «danza» di gioia nel ventre materno, come Davide davanti all’Arca del Signore (2 Sam 6,14). Maria si fa voce degli anawìm/i poveri di Yhwh di cui, per natura, diventa la madre, essendo la figlia primo-genita dell’unico e vero «povero in spirito» (Mt 5,2) da cui erediterà lo spirito di povertà come dimensione essenziale della ecclesialità ai piedi della croce nuda, vestita solo del dono del Figlio (cf Gv 19,25-27).