Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 25 giugno 2016

1187 - RICORDANDO DON LORENZO MILANI

È tanto difficile che uno cerchi Dio se non ha sete di conoscere. Quando con la scuola avremo risvegliato nei nostri giovani operai e contadini quella sete sopra ogni altra sete e passione umana, per portarli poi a porsi il problema religioso sarà un giochetto. Saranno simili a noi, potranno vibrare di tutto ciò che fa noi vibrare. Tutto il problema si riduce qui, perché non si può dare che quel che si ha. Ma quando si ha, il dare viene da sé, senza neanche cercarlo, purché non si perda tempo. Purché si avvicini la gente su un livello d’uomo cioè a dir poco un livello di Parola e non di gioco».
Tratto da "Esperienze pastorali", Firenze 1958, pag.237
 
 

1186 - SEGUIRE GESU'

Seguire Cristo vuol dire legarsi a lui. Cristo esiste, ne deriva la necessità di seguirlo. Un'idea di Cristo, una dottrina, una generale conoscenza religiosa della grazia o del perdono dei peccati non richiede obbedienza, anzi, veramente la esclude, ne è nemica. Con un'idea si entra in un rapporto di conoscenza, di entusiasmo, forse anche di realizzazione, ma mai di un impegno personale di obbedienza. Un impegno senza Gesù vivente necessariamente rimane un cristianesimo senza impegno di obbedienza; e un cristianesimo senza impegno di obbedienza è sempre un cristianesimo senza Gesù Cristo; è un'idea, un mito. Un cristianesimo in cui c'è solo Dio Padre, ma non Cristo il Figlio vivente, annulla addirittura l'impegno a seguirlo. In esso, si trova fiducia in Dio, ma non obbedienza. Solo perché il Figlio di Dio si è fatto uomo, perché è mediatore, il giusto rapporto con lui è l'obbedienza. L'obbedienza è legata al mediatore, e dove si parla correttamente dell'impegno a seguirlo, lì si parla del mediatore Gesù Cristo. Solo il mediatore, il Dio-uomo può invitare a seguire.

Seguire significa compiere determinati passi. Già il primo passo fatto dopo la chiamata separa colui che segue Gesù dalla sua vita passata. Così la chiamata a seguire crea subito una nuova situazione. Restare nella situazione di prima e seguire sono due posizioni che si escludono a vicenda. Questo, in un primo periodo, era chiaramente visibile. Per poter seguire Gesù il pubblicano doveva abbandonare il suo impiego, Pietro le sue reti. Secondo il nostro modo di vedere anche allora le cose si sarebbero potute svolgere diversamente. Gesù avrebbe potuto trasmettere al pubblicano una nuova conoscenza di Dio e lasciarlo nella sua situazione precedente. Se Gesù non fosse il Figlio di Dio divenuto uomo, la cosa sarebbe possibile. Ma dato che Gesù è il Cristo, era necessario che si riconoscesse subito chiaramente che la sua parola non è una dottrina, ma una ri-creazione dell'esistenza. Si trattava di incamminarsi realmente con Gesù. Con il fatto stesso di chiamare uno al suo seguito Gesù gli diceva che per lui non c'era altra possibilità di credere tranne quella di abbandonare tutto e di mettersi in cammino con il Figlio di Dio divenuto uomo. […] Finché Levi resta seduto alla dogana o Pietro presso le sue reti, essi possono esercitare onestamente e fedelmente la loro professione, possono avere concezioni vecchie o nuove di Dio, ma se vogliono imparare a credere in Dio essi devono seguire il Figlio di Dio divenuto uomo, devono camminare con lui.
(Estratti da Sequela di Dietrich Bonhoeffer, ed. Queriniana)

venerdì 17 giugno 2016

1185 - PROMESSE

Prometti a te stesso di infondere bontà‚
bellezza‚ amore ad ogni persona che incontri;
di far sentire a tutti i tuoi amici che c’è
qualcosa di grande in loro;
di guardare al lato bello di ogni cosa e di lottare
perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Prometti a te stesso di pensare solo al meglio‚
lavorare solo per il meglio; di aspettarti solo il meglio;
di essere entusiasta del successo degli altri
come lo sei del tuo.
Prometti a te stesso di dimenticare gli errori
del passato per guardare a quanto di grande puoi
fare in futuro‚
di essere sereno in ogni circostanza e di
regalare un sorriso ad ogni creatura che incontri;
di dedicare così tanto tempo a migliorare il tuo
carattere da non aver tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso di essere troppo nobile per
l’ira‚ troppo forte per la paura‚
troppo felice per lasciarti vincere dal dolore.
(Christian Daa Larson, 1874 -1954)