Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

martedì 11 marzo 2014

903 - IL PRIMO ANNO DI PAPA BERGOGLIO

UN PAPA SUPERMAN? COME ANNACQUARE LA RIVOLUZIONE DI FRANCESCO
C’è un modo per annacquare o addirittura soffocare la rivoluzione avviata da papa Francesco il 13 marzo 2013. Questo modo lo abbiamo visto all’opera continuamente in questi mesi e va sotto il nome - brutto ma efficace - di «papolatria».
Spiegava Otto Kallscheuer, filosofo cattolico tedesco, all’indomani della rinuncia di Benedetto XVI, decisione che di tale fenomeno ha rappresentato la radicale negazione: «L’identificazione della Chiesa con il Papa ha subito, dopo il Concilio Vaticano I, una concentrazione, ancora più accentuata dalla società dei media, in forme mai prima registrate. Prima, semmai, il Papa era un monarca spirituale fra tanti altri, e neanche con un così grande potere sulla Chiesa. La “papolatria” è invece frutto della modernità» (Il Foglio, 18 febbraio 2013).
Proprio perché connessa alla modernità nel suo complesso, più che alla sola dimensione religiosa, questa dinamica è all’opera anche in molti altri ambiti: sappiamo bene, ad esempio, quanto sia pervasiva la personalizzazione nel mondo della politica, la ricerca ossessiva e sempre irrimediabilmente deludente di un leader taumaturgico a cui affidare la propria e altrui salvezza.
Il Papa argentino - diciamolo a scanso di equivoci - con il suo stile sobrio e il suo esercizio del potere come servizio, nulla fa per alimentare il culto della personalità. Ed è comprensibile che un pontefice venuto «dalla fine del mondo», perlopiù dai modi così insoliti, susciti curiosità. Infatti, di Jorge Mario Bergoglio ormai sappiamo tutto, grazie anche all’impressionante boom editoriale di questi mesi (fatto di alcune ottime pubblicazioni e di molte operazioni di marketing religioso).
Ma - trascorso un anno da quel celebre «Buonasera» dal balcone di San Pietro- è forse giunto il momento di guardare non più solo verso il Vaticano e di mettere sotto i riflettori (non mediatici ma della coscienza) anche le nostre relazioni, il nostro stile di vita, le nostre scelte personali e collettive.
Le opportunità per questo esercizio non mancano. Abbiamo tutti seguito con emozione la storica visita del Papa a Lampedusa e il suo grido contro la globalizzazione dell’indifferenza: da allora è cambiato qualcosa nel nostro modo di combattere la marginalità e le ingiustizie strutturali, come singoli, come Chiesa, come comunità politica? Ancora, è stata impressionante, in settembre, la mobilitazione mondiale seguita alla proposta del Papa di un digiuno per la pace in Siria: e poi, quale eredità di impegno per la pace ha lasciato quell’iniziativa? Francesco sta anche lavorando per una gestione più trasparente ed etica delle finanze vaticane: è un imperativo che abbiamo fatto nostro, nelle nostre scelte di consumo e di investimento?
Sono solo domande esemplificative, ognuno può aggiungerne di proprie. L’importante è che arrivino le risposte e soprattutto si diffonda un modo nuovo - più credibile e concreto - di essere testimoni del Vangelo, se non vogliamo che la rivoluzione di papa Francesco conosca il destino di quel graffito comparso sui muri di Roma a fine gennaio, una caricatura del Papa vestito da Superman. È finito su prime pagine e siti web di tutto il pianeta, ha strappato molti sorrisi, per poi essere rapidamente rimosso. 
Stefano Femminis, Rivista Popoli, marzo 2014