Il Ritorno del figliol prodigo è un dipinto, eseguito nel 1619, ad olio su tela, da Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1666), conservato presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna (Austria).
Il dipinto s'ispira alla Parabola del figliol prodigo, detta più correttamente Parabola del Padre misericordioso. La scena ritratta raffigura la conclusione della vicenda, ovvero il perdono del padre nei confronti del figlio minore pentito della propria condotta sperperante. Nel dipinto compaiono: il giovane, dopo aver invocato il perdono da parte del padre, sta togliendosi i vestiti laceri da guardiano di porci e riceve gli abiti puliti da un servitore; il padre accoglie con un gesto amorevole e quasi protettivo il figlio minore. L'anziano signore, aiutato da un servitore, si accinge a vestire il figlio pentito. Il pittore rende evidente l'analogia tra il genitore della parabola e Dio: l'aspetto del personaggio ricalca, infatti, i tradizionali lineamenti attribuiti a Dio Padre; il servitore porge vestiti puliti ed eleganti per il giovane pentito.
Il dipinto s'ispira alla Parabola del figliol prodigo, detta più correttamente Parabola del Padre misericordioso. La scena ritratta raffigura la conclusione della vicenda, ovvero il perdono del padre nei confronti del figlio minore pentito della propria condotta sperperante. Nel dipinto compaiono: il giovane, dopo aver invocato il perdono da parte del padre, sta togliendosi i vestiti laceri da guardiano di porci e riceve gli abiti puliti da un servitore; il padre accoglie con un gesto amorevole e quasi protettivo il figlio minore. L'anziano signore, aiutato da un servitore, si accinge a vestire il figlio pentito. Il pittore rende evidente l'analogia tra il genitore della parabola e Dio: l'aspetto del personaggio ricalca, infatti, i tradizionali lineamenti attribuiti a Dio Padre; il servitore porge vestiti puliti ed eleganti per il giovane pentito.
Il dipinto appartiene alla prima fase della carriera artistica del pittore nella quale risente profondamente dell'opera di Ludovico Caracci, in particolare nel volto dei due giovani, mentre il vecchio, con la sua faccia scavata, rimanda all'arte di Caravaggio, così come d'ispirazione della scuola romana è l'atmosfera oscura e gli effetti luminosi presenti nella scena.