Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 16 marzo 2013

787 - LA DOMENICA DI LAZZARO

Lazzaro, un amico di Gesù, gravemente malato, sta per morire. Il suo nome significa "Dio aiuta"; ma non sembra che ci sia speranza, tanto più che Gesù, che pur lo ama, appena avvisato della malattia, si trattiene ancora due giorni là dove si trova, a est del Giordano. Ci si aspetterebbe che Gesù si precipiti a guarirlo e invece il messaggio che Gesù offre è quello che l'amore del Signore non evita i passi difficili della vita, ma aiuta a rileggerli in una prospettiva nuova, piena di speranza. Su un piano esclusivamente umano, ci si trova però in una conclusione senza speranza, perché Gesù giunge dopo quattro giorni, quando non v'è più possibilità che l'anima del defunto si aggiri ancora nei pressi del cadavere (massimo tre giorni, pensano i rabbini). E poiché c'è il fetore dalla tomba, non si può parlare di morte apparente.
Il testo è complesso e l'interpretazione va dalla restituzione di Lazzaro alla sua famiglia alla restituzione della vita nuova a Lazzaro che giunge, già ora, alla pienezza della vita di Dio, andando dove il Padre destina i suoi amici.
Gesù è riconosciuto come colui che porta la vita e la offre a chi crede. Ma è anche colui che, per rigenerare nella vita il mondo, deve passare lui stesso attraverso la morte (11,53).
Le scene più importanti e i dialoghi aprono gli orizzonti delle attese e interpellano Gesù sulla morte.
- Nel dialogo tra Marta e Gesù, l'attaccamento e la fiducia di Marta si spalancano sulla fede nuova, ma ella non riesce a seguire Gesù fino in fondo, pur pronunciando l'atto di fede della comunità dei cristiani: "Credo che Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire in questo mondo". Ma non è la fede piena del credente, quanto piuttosto la fede dell'ebreo che attende il Messia (per il mondo ebraico "Figlio di Dio" ha ancora il significato di "giusto, santo, prediletto da Dio" e non il significato trinitario di cui noi cristiani lo abbiamo caricato).
 - Il dialogo-monologo di Gesù di fronte al sepolcro si svolge davanti agli operai che devono togliere la pietra, davanti alle sorelle, ai discepoli ed agli amici venuti da Gerusalemme. Gesù si rivolge al Padre, ringraziandolo "perché mi hai ascoltato". A questo punto il grido di Gesù è il grido della forza di Dio di fronte al male ed alla morte: "Lazzaro, vieni fuori". Con questo segno Gesù mostra di poter donare la vita e di esserne la fonte, capace di una vita che inizia già ora e non finisce, anche se deve attraversare il passo difficile della morte. Ci troviamo di fronte ad un testo di grande valore battesimale. Siamo diventati figli di un popolo che lotta e vince contro la morte come Gesù e intercede per coloro che soffrono e sono incatenati dalle paure, dalle disavventure, dalle tragedie, dalla ingiustizia del mondo. Il Signore ci chiede di intercedere presso il Padre e di non avere paura e di essere sicuri che egli sa interpretare, capire e soccorrere colui che, per rigenerare nella vita il mondo, deve passare lui stesso attraverso la morte (11,53). Le scene più importanti e i dialoghi aprono gli orizzonti delle attese e interpellano Gesù sulla morte.
- Nel dialogo tra Marta e Gesù, l'attaccamento e la fiducia di Marta si spalancano sulla fede nuova, ma ella non riesce a seguire Gesù fino in fondo, pur pronunciando l'atto di fede della comunità dei cristiani: "Credo che Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire in questo mondo". Ma non è la fede piena del credente, quanto piuttosto la fede dell'ebreo che attende il Messia (per il mondo ebraico "Figlio di Dio" ha ancora il significato di "giusto, santo, prediletto da Dio" e non il significato trinitario di cui noi cristiani lo abbiamo caricato).
- Il dialogo-monologo di Gesù di fronte al sepolcro si svolge davanti agli operai che devono togliere la pietra, davanti alle sorelle, ai discepoli ed agli amici venuti da Gerusalemme. Gesù si rivolge al Padre, ringraziandolo "perché mi hai ascoltato". A questo punto il grido di Gesù è il grido della forza di Dio di fronte al male ed alla morte: "Lazzaro, vieni fuori". Con questo segno Gesù mostra di poter donare la vita e di esserne la fonte, capace di una vita che inizia già ora e non finisce, anche se deve attraversare il passo difficile della morte.
Ci troviamo di fronte ad un testo di grande valore battesimale. Siamo diventati figli di un popolo che lotta e vince contro la morte come Gesù e intercede per coloro che soffrono e sono incatenati dalle paure, dalle disavventure, dalle tragedie, dalla ingiustizia del mondo.
Il Signore ci chiede di intercedere presso il Padre e di non avere paura e di essere sicuri che egli sa interpretare, capire e soccorrere.
don Raffaello Ciccone