Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 27 ottobre 2012

743 - I DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE

Il brano di Marco 16,14b-20 riporta l’apparizione del Signore Risorto agli Undici, i quali vengono dapprima rimproverati per non aver prestato fede a Maria di Magdala e agli altri due discepoli che annunciarono loro la sua risurrezione (vv. 9-13). Segue il mandato di portare il Vangelo ovunque e a tutti gli uomini e l’ordine di battezzare quanti avranno creduto (vv. 15-16). I vv. 17-18 riportano le nuove facoltà in possesso dei credenti in vista della loro missione. Dopo aver fugacemente accennato all’ascensione del Signore (v. 19), si dà conto, al v. 20, dell’esecuzione immediata del mandato missionario che i discepoli svolgono “insieme” al Signore, che dava efficacia all’annunzio della Parola.
L’ultimo scorcio del Tempo dopo Pentecoste ci fa sostare ogni anno sul “grande mistero” che è la Chiesa, la quale riconosce la sua origine nel mistero pasquale del Signore Crocifisso e Risorto ed è perennemente animata dal soffio del suo Santo Spirito. 
Lo Spirito, infatti, rende viva la Parola del Risorto che, inviando i suoi apostoli, in realtà manda incessantemente i discepoli di ogni tempo, a portare su tutta la terra la bella e buona notizia che lui ha vinto le tenebre del male e della morte e che, in lui, è possibile non solo vincere la morte, ma accedere definitivamente alla vita beata, ovvero alla salvezza.
È oggi più che mai necessario che tutti i fedeli si riconoscano negli Undici e, dunque, avvertano come rivolta a sé stessi la parola del Signore: «Andate in tutto il mondo...» (Vangelo: Marco 16, 15). Sono infatti questi i giorni nei quali ogni discepolo del Signore sente fortemente urgere nel cuore l’imperativo del mandato missionario verso ogni uomo oggetto di quella volontà di Dio che vuole tutti salvi e capaci di giungere alla «conoscenza della verità» (Epistola: 1Timoteo 2,4), che consiste nella rivelazione folgorante e insuperabile della sua incredibile carità fissata nella Croce del suo Figlio. In essa, rappresentata efficacemente dal fonte battesimale, vengono letteralmente immersi quanti aprono il cuore alla predicazione del Vangelo (Marco 16,16).
Tutto ciò deve scuotere le nostre comunità e, in esse, ogni fedele perché il Signore non debba rimproverarci «per la nostra incredulità e durezza di cuore» (Marco 16,14) e per l’opacità della nostra vita che manifesta la debolezza della nostra fede. Non a caso l’iniziativa dell’Anno della fede, voluta dal Papa, ci esorta con forza a riscoprire, assimilare e confessare con gioia la nostra fede per poterla mostrare nella vita e nella condotta e così più efficacemente annunziarla a quanti incontriamo sul nostro cammino ovvero a quanti il Signore ci manda ad affiancare nel loro cammino.
Siamo noi, oggi, i continuatori del servizio “diaconale” di Filippo, che ci pone al fianco di tanta gente in attesa di una parola che apra il loro cuore alle meraviglie dell’universale carità di Dio che è incredibilmente posta in Colui che «come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa» (Lettura: Atti degli Apostoli 8,32), il Signore Crocifisso.
Questo è il Vangelo che siamo mandati ad annunciare perché chi ascolta e crede sia rigenerato dalla divina Carità per diventare “discendenza” dell’Agnello immolato e risorto, formando in tal modo il suo popolo, la sua Chiesa.
Il nostro raduno eucaristico, specialmente nel giorno di domenica, annunzia e anticipa l’ingresso di tutte le genti mediante la fede e il battesimo in quell’unica Chiesa che «il Signore Gesù trasse da tutte le genti» ed «efficacemente avvera» nel «sacramento del Corpo di Cristo» la sua unione d’amore così profonda al punto da essere paragonata a una sposa che si unisce al suo sposo (Prefazio).
Avvertiamo, così, la grande responsabilità che grava su tutti noi che ci sediamo al banchetto dell’Agnello per essere uniti a lui, e di conseguenza, tra di noi, in un vincolo indissolubile di carità!
Esso, se vissuto con fedeltà, rappresenta l’annuncio più efficace e comprensibile dell’Evangelo. Ci venga per questo in aiuto la grazia misericordiosa del nostro Dio che così invochiamo: «O Dio fonte del vero amore e della pace, donaci di conservare sempre più radicato nel cuore e nella vita l’impegno di unione e di carità» (Orazione Sui Doni).
A. Fusi