Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

lunedì 9 gennaio 2012

639 - “ALZATI E RIVESTITI DI LUCE” - 1 -

Carissimi,
nella solennità dell’Epifania la Chiesa ci fa riascoltare l’annuncio del profeta Isaia a Gerusalemme: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te» (Isaia 60,1).
Rileviamo subito come la situazione di Gerusalemme negli anni del profeta assomigli molto ai nostri anni, che definiamo sempre più come un periodo di crisi.
Allora la popolazione della Città Santa, composta soprattutto dalle classi sacerdotali in servizio al Tempio, era stata narcotizzata da un eccessivo ottimismo, frutto di un’interpretazione semplificata e falsa di quel messaggio di speranza che lo stesso profeta aveva insistentemente trasmesso durante l’esilio: «Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata» (Isaia 40, 2).
Tutti, terminato il duro periodo dell’esilio, si aspettavano di vivere una stagione di benessere e di gloria. I decenni della ricostruzione di Gerusalemme,però, videro una profonda crisi sociale ed economica: le promesse profetiche sembravano foglie secche portate via e disperse dal vento e, per questo, tardavano a compiersi.
L’intervento dei profeti era destinato a interpretare tale ritardo, a individuarne le cause profonde - quelle morali e religiose - e a rilanciare il motivo vero da cui potesse prendere vigore la speranza. In realtà, dicevano, sono i peccati degli uomini che possono ritardare la manifestazione della salvezza di Dio. Occorre, dunque, passare da una pratica religiosa ritualistica, esteriore e spersonalizzata a una vita di relazione veramente personale con tutti, in particolare con i più poveri. Solo in questo modo il fulgore della luce divina non incontrerà più ostacoli nel suo risplendere nei cuori e nei gesti della vita quotidiana.
Così, l’autentica speranza rinasce anzitutto dall’alto, dalla condiscendenza gratuita di Dio che manifesta il suo “amore eterno”, che mai si esaurisce e sempre fedele alla promessa rivolta ad Abramo, a Mosè e a Davide, a quanti vengono chiamati “servi del Signore”. E’ quindi la conversione degli uomini la condizione per il manifestarsi della salvezza di Dio. Si tratta di una conversione che consiste nel fuggire non più da Babilonia, la città che aveva schiacciato e distrutto Gerusalemme, ma dall’ingiustizia e dall’illegalità, che avevano trasformato persino la Città Santa, al dire di Geremia, in un «covo di ladri» (cfr Geremia 7,11). Per questo il profeta esorta la propria comunità a intraprendere un grande passaggio, a compiere un vero e proprio “esodo”, a dar vita a un rinnovamento profondo che faccia del popolo di Dio  una comunità di poveri e una comunità che vive un autentico culto spirituale, una comunità capace di esprimere una relazione nuova con gli stranieri e che rende ragione di una speranza rinnovata dal dono dello Spirito.
Così si affronta la crisi. Così si dà alla crisi una risposta vera ed efficace.
Cardinale Dionigi Tettamanzi, 6 gennaio 2012