Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 24 dicembre 2011

628 - GLI AUGURI DEL PARROCO

Nella riflessione dei Padri della Chiesa, il legno della croce viene ricordato dalla culla di legno in cui giace Gesù. Le pecore offerte dai pastori ricordano l'agnello immolato. Anche la Madre che si curva sul Figlio ci richiama alla pietà di Maria che tiene tra le braccia il figlio morto. Nella Pietà di Michelangelo in S.Pietro Maria è rappresentata come un'adolescente che tiene in braccio il Figlio morto, la stessa fanciulla di Betlemme. La puerpera ha già sulle ginocchia il figlio crocifisso.
Non è il non voler gioire per un bambino che nasce, ma è sottolineare il primo atto di un infinito amore, perché senza "la Pietà" quel bambino sarebbe soltanto una nascita per caso fra i tanti umiliati della terra. La Pasqua illumina il Natale, e in questa nascita c'è già presente tutta la storia della redenzione. Festeggiamo un bambino, ma non lo faremmo se quel bambino non fosse morto e risorto. La storia di Gesù va scritta partendo dalla Pasqua, dal Calvario a Betlemme, non viceversa.
Gesù, a Betlemme, non è consegnato ad un destino indecifrabile, nato dal disegno di un imperatore che voleva contare i suoi sudditi, ma è il termine di un atto d'amore di Dio che guida ogni cosa. Tutto ciò che noi siamo, come per Gesù, non è frutto di un caso irrazionale, ma porta in sé la traccia di un disegno di amore.
La luce di Betlemme, illuminando il mistero di Dio, illumina anche la nostra vita. In quella notte è avvenuta la più grande svolta anche per l'uomo: Dio si prende cura di noi, non siamo qui a caso, siamo qualcuno che vale il prezzo di questo bambino. Nel Natale non ci sono numeri, ma persone salvate. Ed i primi ad incontrare la salvezza sono i pastori, persone allora prive di dignità, che in quella notte cessano di essere qualcosa, numero, ma diventano qualcuno.
Il Natale povero è la contemplazione di Gesù che sulla croce ci ha cancellato la colpa e come bambino illumina i nostri occhi di gioia. È finita l'attesa, Dio viene in mezzo a noi come un qualsiasi figlio d'uomo, lo abbracciamo con gioia e lo teniamo sulle ginocchia come Maria.
Il povero Natale è quello fatto di cose, di finto amore, di regali che non apprezziamo neppure più e dei quali ci libereremo al più presto; il babbo natale a penzoloni sulle finestre.
Un augurio gioioso a tutti.
(P. Luigi)