Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 16 dicembre 2011

626 - VI DOMENICA DI AVVENTO

Il testo di Luca 1,26-38a, che fa parte del cosiddetto “vangelo dell’infanzia” (Luca capitoli 1 e 2), presenta anzitutto i protagonisti del racconto: l’angelo Gabriele «mandato da Dio», una «vergine», Maria, prossima alle nozze con Giuseppe, discendente del casato del re Davide portatore delle promesse messianiche, e la precisazione del luogo dove è ambientato: Nazaret, una città della Galilea, regione settentrionale della Palestina. I vv. 28-33 riportano il saluto dell’Angelo a Maria che crea in lei in un primo momento del turbamento (v. 29), a cui fanno seguito le parole di rivelazione che la riguardano (v. 30) e quelle che le annunciano la maternità e il parto di «un figlio», Gesù (v.31). Queste rimandano a quanto si legge in Isaia 7,14, a proposito del concepimento e del parto della «vergine» predetto al re Acaz. I vv. 32-33 riportano quanto viene detto a Maria a proposito del figlio che nascerà da lei e che sarà riconosciuto come «Figlio dell’Altissimo». Sarà lui a realizzare finalmente la promessa fatta da Dio al re Davide: sarà un suo discendente a inaugurare un regno che «non avrà fine». I vv. 34-38, infine, registrano il dialogo tra Maria e l’Angelo. Questi ascrive all’azione dello Spirito Santo il concepimento in lei di colui che è in tutta verità figlio suo e figlio di Dio (v. 35) e le parla della sorprendente maternità della sua cugina Elisabetta, molto avanti nell’età e considerata sterile (Luca 1,8-25). Il brano si chiude al v.38 con la consegna senza riserve di Maria ai disegni mirabili di Dio. Commento liturgico-pastorale In questa ultima domenica di Avvento le Scritture ci invitano a scrutare con occhio di fede l’avverarsi del disegno divino che riguarda la nostra salvezza. Disegno che si concretizza nell’evento per noi inimmaginabile dell’incarnazione del figlio unico del Dio invisibile e tre volte Santo nel seno della Vergine Maria. Disegno reso possibile dal sì che Maria ha detto all’Angelo portatore del messaggio divino. Un sì che ha aperto la via all’effettivo dispiegarsi nella storia degli uomini della volontà salvifica di Dio e che i testi profetici hanno annunciato in un primo tempo come riservata al popolo dell’Antica Alleanza. Qui, invece, nell’assunzione da parte del Figlio di Dio della nostra natura e condizione umana, è evidente che la salvezza annunciata è per l’uomo. Ogni uomo. L’umanità intera che da Adamo si è succeduta fino ad oggi e da oggi si succederà sulla faccia della terra fino alla consumazione del tempo. I disegni di Dio, cosa davvero straordinaria, sono posti nelle mani della Vergine che è totalmente riempita della grazia, del favore e della benevolenza dell’Altissimo. Si comprende perciò come l’espressione della preghiera liturgica ambrosiana nel dire infallibilmente la fede cattolica nei riguardi di Maria, vera Madre di Dio e sempre Vergine, si abbandoni a un insuperabile lirismo riscontrabile specialmente nei due Prefazi proposti a scelta. Con l’annunzio dell’Incarnazione, il testo evangelico rivela, mediante il nome che Maria dovrà dare al Figlio, Gesù, la missione propria del Signore: recare salvezza al mondo intero e instaurare così il Regno «che non avrà fine». Per questo dovrà anzitutto salvare l’uomo dai suoi peccati esemplarmente condensati nel peccato dei nostri Progenitori Adamo ed Eva e dal quale è venuta per tutto il genere umano la rovina e «ogni miseria». (cfr. Prefazio II). Il peccato, da intendere come un voler sottrarsi alla mano creatrice di Dio per affermarsi orgogliosamente davanti a lui, spalanca la voragine dei peccati che sprofondano l’uomo nell’abisso tenebroso di sofferenza dove regnano i suoi mortali nemici, satana e la morte! Gesù dunque salverà il mondo dai suoi peccati e da questi implacabili nemici che lui stesso dovrà affrontare, combattere e vincere nell’ora della Croce fino a macchiare di rosso la veste immacolata con la quale la Vergine ha rivestito la sua divinità (Lettura: Isaia 63,1-3). In tal modo egli potrà sedersi sul trono e regnare «per sempre» non solo «sulla casa di Giacobbe» (Luca,33), ma sull’intera umanità. Posti davanti a tanta grandezza ci viene spontaneo fare nostra l’esortazione apostolica: «Siate lieti, ve lo ripeto, siate lieti» (cfr. Epistola: Filippesi 4,4). La rivelazione dei disegni divini che tutti ci riguarda diventa necessariamente motivo di gioia. Una gioia diversa da quella comunemente sperimentata nella nostra vita. Una gioia e una letizia interiori che sono lì nonostante l’esperienza della sofferenza, della morte e del potere del male! Il Signore, il Figlio di Dio, il Figlio della Vergine Madre è uno di noi ed è con noi!