Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

giovedì 18 agosto 2011

580 - LA BELLEZZA DELLA SANTITÀ

In occasione della Giornata mondiale della gioventù, che si tiene dal 16 al 21 agosto a Madrid, Matteo Liut, giornalista di Avvenire, ha dato alle stampe «Il paradiso siamo noi», che raccoglie “storie di giovani che hanno lasciato il segno”.
Pubblichiamo parte di un’intervista che apre il libro, a mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e presidente della Commissione Cei per il laicato.
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Quali potrebbero essere le scelte concrete per i giovani che volessero seguire la via della santità?
Il Vangelo in tasca sempre, nel senso che il Vangelo deve essere la regola quotidiana della vita, la persona, perché il Vangelo è Gesù, che ti senti accanto sempre e di cui ti innamori senza aver paura di fare pazzie. Una guida anche «schizzata», ma fedele alla Chiesa e al suo insegnamento. Una preghiera al «naturale» fatta di lotta, di lite e di pace con il Signore, una joint venture obbligata con il prossimo che non devi ignorare e mai staccare da te.
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Chi o cosa può aiutare i ragazzi a fare scelte di santità?
Una guida paziente, decisa, sicura, appassionata, capace di intuire i sogni di Dio sulla vita delle persone e di aiutare lentamente a comprenderli e ad attuarli. Oggi purtroppo sono pochissimi quelli che propongono a un giovane il progetto della santità o la meta del paradiso. Mancano le persone che osano proporre l’impossibile di Dio nei continui calcoli di sopravvivenza che tarpano le ali. Una comunità, o un gruppo di amici con cui si può parlare di santità senza essere continuamente richiamati al buon senso. Qualcuno vorrebbe addomesticare al buon senso anche le affermazioni di Gesù. Ma cosa succederebbe se provassimo ad aggiungere alle sue «sparate» un «si fa per dire»? Va’, vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi! Si fa per dire. Non c’è amore più grande di colui che dà la vita per i fratelli. Si fa per dire. Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me. Si fa per dire. È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli. Si fa per dire.
No, non si fa proprio per dire. È cosi. E quando Gesù trova le nostre domande e le nostre riserve impaurite, non comincia ad attenuare come fa ogni pessimo educatore. Gesù rincara la dose e provoca con un’altra domanda i suoi discepoli impauriti: volete andarvene anche voi?
C’è un’arte che sta imperversando ai nostri giorni: quella di non decidersi mai. Perché si preferisce tenere il piede in due scarpe e rimandare all’infinito quello che e necessario fare oggi.
Ci provano in tre a presentare le loro tergiversazioni, le loro indecisioni a Gesù. Io ti seguirei... si sta bene con te. È un po’ che ti sento, ho visto quanto bene vuoi alla gente. Tu non ti lasci sopraffare dal dolore, ma lo vinci. E Gesù: le volpi hanno tana e gli uccelli nidi, con me non c’è nessun loculo protettivo dove puoi stare tranquillo con il tuo stereo, la tua parabolica, il tuo fax, la tua mail e la tv a cristalli liquidi, il tuo cellulare, la tua raccolta di video digitali... E l’altro: ti verrei dietro, ma fammi sistemare i miei affetti, non voglio rompere così di netto, non vorrei ferire. E Gesù: se hai deciso, non continuare a voltarti indietro; credi di fare il delicato, il sensibile, ma non t’accorgi che continui a rimandare. Credi di decidere, ma continui a crearti alibi. E l’altro ancora: ho deciso di seguirti, ma prima devo seppellire mio padre. E Gesù: guarda che la cosa più importante è che tu dia la vita per incendiare il mondo, non per stare ad aspettare gli eventi. Sei una sentinella del mattino o il becchino di un cimitero? Gesù è così. Non distrugge i sentimenti, ma non si adatta al buonismo. Non spegne il lucignolo, ma vuole radicalità; non gli vanno le mezze misure, le nostre melasse. Farsi santi è non aver paura della raffica di verbi di Gesù al giovane ricco, che voleva tenere solo per sé la propria giovinezza: «Va’, vendi, regala, vieni e seguimi».
(da Mondo e Missione, agosto settembre 2011)