Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

domenica 24 luglio 2011

572 - UN LIBRO PER L'ESTATE - 2 -


IL SOGNO DI ERNESTO OLIVERO
La Chiesa non deve inseguire primati, onori e posizioni di forza, salvo angosciarsi quando le statistiche mettono in rilievo la progressiva riduzione dei praticanti, ma deve vivere, oltre che proclamare, la semplicità disarmante del Vangelo. Non dobbiamo avere paura delle nostre miserie. La debolezza, riconosciuta e non mascherata di perbenismo, può far emergere l’opera di Dio che è in ognuno di noi, l’opera che lui ha affidato a Pietro, un caratteraccio, uno sbruffone pauroso che la fede ha trasformato in coraggioso martire.
Non sogno una Chiesa da sogno. Sogno semmai una Chiesa che sappia parlare poco, il giusto, e ascoltare molto, tutti. Olivero ha avuto papi, vescovi e santi per amici. Basti un esempio, anzi due: Giovanni Paolo Il l’ha incontrato 77 volte; quando parla del cardinale Michele Pellegrino, arcivescovo di Torino dal 1965 al 1977, si commuove: -L’ho sempre chiamato “padre” e per me, per noi del Sermig, lo è stato davvero. Ci ha preso per mano, ci ha fatto crescere, ci ha presentato maestri della fede e della carità del calibro di Frère Roger o di Madre Teresa di Calcutta-. Tuttavia la Chiesa, anche per Olivero, non è sempre stata madre comprensiva e generosa. Accadde nell’inverno 1969. Per mobilitare le coscienze e raccogliere fondi contro la fame nel mondo, Ernesto e i suoi organizzarono un concerto al Palasport di Torino: diecimila biglietti venduti per sentire Adriano Celentano. L’evento fu un grande successo. La cosa, però, suscitò invidie. Giorni dopo il Sermig venne cacciato dall’Ufficio missionario diocesano. «È stata la prima prova, non l’unica», sorride Olivero che indica nel perdono uno dei tratti costitutivi del cristianesimo, anche se il più impegnativo e il meno praticato. Un bilancio? Avevo cominciato dando due ore del mio tempo libero, piano piano mi sono lasciato coinvolgere ventiquattr’ore su ventiquattro. Avevo cominciato con la mia fidanzata, Maria, che è diventata mia moglie e con la quale ho formato la famiglia che desideravamo: tre figli e otto nipoti, sei in terra, uno in pancia e uno in cielo.
Felice? Sì, lo sono. Amo Dio e cerco di lasciarmi amare da lui».
Alberto Chiara, in Famiglia Cristiana