Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

domenica 24 luglio 2011

571 - UN LIBRO PER L'ESTATE - 1 -

IL SOGNO DI ERNESTO OLIVERO
“La chiesa non deve inseguire primati, onori e posizioni di forza, ma vivere la semplicità del Vangelo», dice il fondatore e animatore del Sermig”.
La porta sempre con sé, sottobraccio o nella borsa, dipende. Un gesto spontaneo, autentico, assicurano i tanti amici che lo conoscono bene, non un vezzo o, peggio, una posa. Ernesto Olivero ama la versione integrale della Bibbia, quella spessa, Antico e Nuovo Testamento insieme, la fodera in pelle provata dall’uso costante, le pagine scavate da una preghiera che lo porta a sottolineare i versetti che più lo colpiscono. Accanto a ciascuno appunta in matita luogo e data in cui Dio gli ha parlato. Cosa gli ha detto, no, non lo dice. Per lui parlano i fatti. L’elenco è piuttosto lungo: un’organizzazione, il Sermig, Servizio missionario giovani, fondata nel 1964 e diventata con il tempo una comunità religiosa che oggi conta un centinaio di consacrati; tre Arsenali sparsi nel mondo (quello della pace, dall’83 a Torino, quello della speranza, dal’96 a San Paolo del Brasile, quello dell’incontro, dal 2003 a Madaba, in Giordania); 2.970 pasti distribuiti ogni giorno; 1.750 persone ospitate ogni notte.
E la Bibbia è lì, sempre a portata di mano, linfa - si capisce - di tanto fare. «Mia mamma era una donna di preghiera», ricorda Ernesto nel suo ufficio, in cui un cartello invita a entrare senza bussare. «Papà, che forse non credeva, era però un uomo giusto. Ho capito sin da bambino che la preghiera non è illusione o fuga , e che la giustizia doveva diventare la bussola grazie alla quale orientare la mia vita. Dio ha progetti su tutti e su ciascuno; il mio l’ho scoperto cammin facendo nutrendomi della sua Parola. E non ho ancora finito». Di sicuro, nella sua vocazione, c’è un qualcosa che richiama i profeti d’un tempo: nell’ultimo libro che ha scritto (Per una Chiesa scalza, Priuli & Verlucca) Olivero non lesina, ad esempio, pagine severe con le quali mette in guardia le comunità dei credenti dal lasciarsi sedurre da logiche ben lontane dai valori evangelici.
«Ce l’ha detto Gesù: chi intende essere il primo diventi l’ultimo. Il Signore vuole la nostra affermazione, spera che tutti diventiamo numeri uno. Ma per servire. Il potere vale nella misura in cui aiuta il prossimo, come i soldi che devono scivolar via dalle nostre mani diventando pranzi e cene per chi ha fame, giacigli per chi non ha un riparo, lavoro per chi è disoccupato». «Cos’è per me la Chiesa? Dovrebbe essere il sogno di Dio, la realizzazione dei suoi insegnamenti. In molti posti è così. In tanti altri no. Noi dobbiamo avere l’avvedutezza di capire come sarà il domani. Credo che non occorra essere dei maghi per dire che tra vent’anni in molte città europee la Chiesa sarà cenere spenta. A sparire, però, non sarà la Chiesa capace di riflettere l’amore sconfinato del Creatore, ma l’altra, la brutta copia del sogno di Dio, quella che è incapace di crescere nella preghiera e nel silenzio, quella abbagliata dall’effimera gloria del mondo che non cerca più la pecorella smarrita, ma, anzi, spesso fa di tutto per perderla. Tutto ciò ha un risvolto paradossale.
Oggi più che mai, infatti, c’è sete di Dio, di assoluto, di verità.
Alberto Chiara, in Famiglia Cristiana