Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 10 luglio 2010

350 - NON VOGLIAMO SERVIRE ALTRI DEI

In questo contesto che cosa significa “non vogliamo seguire altri dei?” vuole dire che l’alleanza, il patto è affidato a noi, è nelle nostre mani, che sta a noi rispondere.

Dicendo “non vogliamo servire altri dei” pensiamo a nuovi nomi degli idoli, a nomi più subdoli e non meno concorrenti con Dio dell’alleanza: il successo, il denaro, il potere, il profitto, visti come realtà assolute, come fini e non come strumenti di servizio. Sono, questi idoli-padroni, un riflesso dell’io divenuto signore assoluto, narcisisticamente posto al centro di ogni mia ammirazione e cura, sono lo specchio del culto di me stesso, considerato come assoluto.

La presenza di tali idoli è sottile e costante. Questa tentazione idolatrica la troviamo accanto a tutte le nostre scelte.

Perché in tutte le nostre scelte cercano di insinuarsi l’orgoglio, l’ambizione,la sensualità, la durezza di cuore, la lussuria, il cinismo, l’indifferenza, il disprezzo degli altri, il razzismo. Questi sono tutti effetti degli idoli, così come la pace, l’armonia, la fraternità, la giustizia, la solidarietà sono effetti dell’alleanza.

Oltre agli idoli, noi dobbiamo stare attenti alle ideologie, termine con cui intendo quei sistemi dominanti che si impongono alle masse per piegarle a gusti, consumi, scelte non dettati dalla ragione o dal bene comune, ma dall’interesse di alcuni pochi o dall’autorità astratta di un sistema di potere. Oggi come ideologia dominante c’è soprattutto quella laicista, consumista, che spinge a massimizzare i profitti, bisogni, consumi, con riguardo solo al proprio soddisfacimento individuale.

Uscire dall’influsso di idoli e di ideologie è difficile perché si richiede un vigoroso salto di qualità della vita, che noi chiamiamo conversione – religiosa, morale, intellettuale -, cioè l’accettazione nella mente, nel cuore e nella vita dell’alleanza che Gesù ci offre dalla croce e nell’Eucarestia.

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Vi propongo tre domande.

- quali sono i miei idoli? Posso cominciare ad interrogarmi su quali sono i miei idoli più innocui, quelli per cui spasimo, i miei campioni di cui ho il poster in camera. È vero che non hanno grande importanza, però forse mi introducono a capire quali sono i valori o i disvalori che essi rappresentano per me. Giungo allora alla domanda: quali sono i miei idoli, cioè a che cosa do peso nella vita, che cosa pesa nelle mie decisioni? Gli idoli o il Dio dell’alleanza?

- Sono tributario di ideologie? La domanda sembra molto grossa e la traduco in forma più semplice: quali giornali leggo più volentieri e quali ideologie stanno dietro a quei fogli di carta stampata?

- Ho mai vissuto qualcosa come una conversione? Penso ai momenti in cui ho resistito con forza e decisione agli idoli e ho detto “non voglio servire altri dei”, non voglio servire al denaro, alla sensualità, alla morbosità, al potere. Penso ai momenti in cui ho vissuto i Salmi che cantano l’esperienza dell’appartenenza al Dio dell’alleanza: “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne” (Salmo 63,1-2). Penso ai momenti in cui viviamo, come Davide, l’intimità profonda che ci lega a Dio e che è effetto della mano forte con cui egli ci ha afferrato tirandoci fuori dal male, dal fango, dalla morte, dalla schiavitù, dal non senso, e ci ha posti nel centro dei suo amore e della sua redenzione.

(Cardinale Carlo Maria Martini, Scuola della Parola 1988/89)