Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 11 giugno 2010

332 - IN MARIA SI COMPIE LA PROMESSA

I versetti, oggi proclamati, vanno inseriti nel più ampio contesto di Matteo 1,18-25 che sviluppa il tema della “nascita di Cristo”. I vv 20-23 riguardano l’intervento divino nei confronti di Giuseppe turbato per l’inattesa gravidanza di Maria, la sua fidanzata (cfr. v 19) e il v 24 pone in luce la pronta obbedienza di Giuseppe alle parole dell’”angelo del Signore”.

In particolare il v 20 dopo aver ambientato nel “sogno” l’intervento divino, la cui provenienza celeste è assicurata dal ruolo dell’”angelo”, riferisce il contenuto del messaggio celeste che occupa anche i vv 21-23. Esso consiste anzitutto nel rivelare a Giuseppe indicato con l’appellativo “figlio di Davide”, evocativo dunque della promessa messianica, la “modalità” di quella gravidanza e, unque, di quella nascita: “da Spirito Santo”.

A lui, Giuseppe dovrà “imporre il nome” (v 21) inserendolo così nel suo casato, nella discendenza davidica dalla quale, secondo la promessa di Dio, sarebbe venuto il Messia salvatore del “popolo”. Il nome “Gesù” che verrà dato al bambino e che letteralmente significa “Dio è salvezza” mette in luce esattamente il ruolo e la missione messianica di lui, ulteriormente così precisata: «egli salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Al v 22 sono riportate le parole con le quali l’angelo mette in luce come gli accadimenti così straordinari e che, di conseguenza, creano “turbamento” in Giuseppe, rientrano in realtà in un preciso disegno rivelato da Dio tramite il profeta Isaia 7,14: «Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele».

Lo stesso evangelista Matteo, che si premura di dire il significato del nome: “Dio con noi”, e dietro a lui, la tradizione cristiana, hanno interpretato il testo profetico come annunzio del “parto verginale” di Maria! Con ciò evidenziando l’origine celeste “dallo Spirito” di colui che la Vergine porta nel grembo.

Non deve apparire “fuori tempo” la proclamazione della nascita prodigiosa del Signore Gesù in questi giorni immediatamente seguenti la solennità di Pentecoste, corona della Pasqua. Il tempo “dopo la Pentecoste” è infatti dedicato, nella tradizione liturgica ambrosiana, a ripercorrere le grandi tappe della storia della salvezza che ha il suo culmine proprio nel mistero pasquale del Signore.

Lo scopo è duplice: far salire dalla Chiesa il canto di lode, di adorazione e di ringraziamento alla Trinità Santissima da cui ha origine il progetto divino di salvezza e, aiutare i fedeli a sentirsi personalmente inseriti in questa “storia” mediante l’adesione di fede al Vangelo e la successiva immersione nei sacramenti pasquali del Battesimo, Cresima ed Eucaristia.

In questa seconda tappa della storia della salvezza i testi biblici, dunque, pongono al centro la missione essenziale di Gesù che proprio nella sua nascita, e nel suo stesso nome è proclamata: «salvare il suo popolo dai suoi peccati».

La Lettura ci riporta all’origine del “peccato” da cui vengono “i peccati” (Genesi 3,1-20). Il racconto della “caduta” di Adamo e di Eva, considerati come portatori in sé dell’intera umanità, enumera le tragiche conseguenze del loro peccato quali la “paura” di Dio (v 10) unica fonte di vita, la spaccatura nell’uomo stesso che lo fa nemico della sua stessa “carne” (v 12) e del creato (vv 17-18) nel quale Dio lo aveva posto come sua “icona”. In una parola, il peccato “regna nella morte” (Epistola: Romani 5,21) su tutto e su tutti.

Il “bambino” che nasce dalla Vergine, viene nel mondo come nostro nuovo progenitore. Con la sua “obbedienza”, chiaro riferimento alla sua passione e morte, ribalta la condanna, frutto del “peccato” di Adamo, riversando «su tutti gli uomini la giustificazione», ossia la dichiarazione del tutto gratuita, da parte di Dio, di assoluzione dal peccato (Romani 5,19).

(A. Fusi)