Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 29 gennaio 2010

222 - SANTA FAMIGLIA DI GESU' MARIA E GIUSEPPE

Molte questioni decisive della vita umana sembrano trovarsi all’incrocio con qualcosa di essenziale alla loro sopravvivenza. La famiglia non sfugge a questa situazione che chiede lucidità mentale e paziente onestà nel riconoscere ciò contribuisce ad un progetto di bene.

La Parola del Signore ci aiuta a capire da dove viene il progetto e il dono della famiglia cristiana, e le nostre comunità di domenica in domenica, accolgono e fanno maturare i semi della Parola. Così la grazia di Dio si fa strada nelle coscienze. Ma non basta mettere un buon fondamento. Bisogna guardare anche a come si cresce, a come le nostre famiglie gettano più di uno sguardo alle vie lungo le quali sono e diventano “anima del mondo, ascoltando e servendo la Parola del Signore e comunicando la loro fede”.

Compito della famiglia è testimoniare, trasmettere ad altre generazioni e rendere segno-sacramento visibile perché vissuto “l’amore con cui Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi”. E’ un amore che richiede una forza che gli uomini non si danno da soli. Per questo preghiamo oggi.

Preghiamo perché l’amore sia accogliente, capace di riconoscere l’altro, rispettandolo, riconoscendo la sua dignità, ammettendo che essa non paga tributi alle leggi umane, ma risponde alla legge evangelica della fraternità. Una fraternità che si apprende in famiglia, chiamata poi ad estendersi, nelle prossime “giornate” che ci attendono, all’ambito della vita, della sofferenza, della solidarietà.

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Prima lettura: Siracide 44,23-45,1°.2-5

Il Siracide celebra Mosè, di cui le Scritture ricordano la mitezza, insieme alla fedeltà a Dio. Mosè è mite perché sa perdonare e intercedere per il peccato del popolo. Ogni relazione umana, anche quelle familiari, si costruiscono su questi atteggiamenti.

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Salmo 111 – Beato l’uomo che teme il Signore.

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Epistola: Efesini 5,33-6,4

Per Paolo la famiglia è luogo di santificazione, dove l’adesione alla parola di Dio si dà in atteggiamenti quotidiani: l’amore, il rispetto, l’obbedienza, l’impegno formativo, la trasmissione della fede. Essi conducono sin d’ora in una vita piena.

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Vangelo: Matteo 2,19-23

Anche la famiglia di Gesù deve attraversare prove difficili e dolorose: minacciata di morte, è costretta all’esilio, a lunghe migrazioni. Vive questa situazione in obbedienza alla parola di Dio, che non ci risparmia i pericoli, ma ci offre il criterio per viverli.

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martedì 26 gennaio 2010

221 - 27 GENNAIO - GIORNATA DELLA MEMORIA

Auschwiz

Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono il campo, sono impresse nella nostra memoria collettiva. Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza. Tali crimini non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie oppressi, ma contro tutta l’umanità, segnando una sorta di punto di non ritorno nella Storia.


L’uomo contemporaneo, con il suo grande bagaglio di conoscenze, nel cuore del continente più civile e avanzato, era caduto in un baratro. Aveva utilizzato il suo sapere per scopi criminali, tramutando quelle conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa era allora protagonista indiscussa, in strumenti per annichilire e distruggere intere popolazioni, primi fra tutti gli ebrei d’Europa.


Da quel trauma l’Europa e il mondo intero si risvegliarono estremamente scossi. Si domandarono come era stato possibile che la Shoah fosse avvenuta. E, soprattutto, quali comportamenti e azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di nuovo.

(Renzo Gattegna, Presidente Unione Comunità Ebraiche Italiane)


domenica 24 gennaio 2010

220 - “TESTIMONIARE NELL’OSPITALITÀ”

Riflessione per l’ottavo giorno della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani - Conversione di San Paolo.

Letture: Genesi 18, 1-8 Poi vi darò qualcosa da mangiare; Salmo 146(145), 1-10: Difende la causa dei perseguitati [...] dà il pane agli affamati; Romani 14, 17-19: Cerchiamo quindi ciò che contribuisce alla pace e all’aiuto reciproco; Luca 24, 41-48: Gesù li aiutò a capire le profezie della Bibbia

La comunicazione elettronica ci ha reso, oggi, vicini, in un pianeta piccolo e sovraffollato. Come ai tempi dell’evangelista Luca, anche oggi molti individui e comunità hanno dovuto lasciare le proprie case, viaggiando e girovagando in territori stranieri. Fedeli appartenenti alle grandi religioni del mondo hanno portato con sé nuovi credo e nuove culture nelle nostre comunità.

Durante la Settimana di preghiera, riconosciamo l’ospitalità e la compagnia di cristiani di tutte le chiese, nel nostro comune cammino verso l’unità. Dio stesso ci invita a offrire e a ricevere l’ospitalità dello straniero che ci è divenuto prossimo. Certamente, se non riusciamo a vedere Cristo nel prossimo, non lo riusciamo a vedere affatto.

La storia della Genesi narra di come Abramo abbia accolto Dio aprendogli la propria casa e offrendo ospitalità allo straniero. Il Dio di tutta la creazione è nel prigioniero, nel cieco, nello straniero. Il salmo odierno è un’offerta di lode a Dio per la sua fedeltà senza fine e per tutto ciò che Egli ha compiuto per noi. La lettera ai Romani ci ricorda che il regno di Dio è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. Il Cristo risorto raduna i discepoli insieme, mangia con loro, ed essi lo riconoscono nuovamente. Egli rammenta loro ciò che le Scritture hanno detto su di lui e spiega loro ciò che non avevano compreso prima. Poi, Egli li libera dai loro dubbi e dalle loro paure, e li invia perché divengano testimoni di tutto ciò. Nel creare questo spazio di incontro, Egli li rende capaci di ricevere la sua pace, che implica la giustizia verso gli oppressi, la cura degli affamati e il reciproco sostegno, quali doni del nuovo mondo di resurrezione. I cristiani, nella storia, hanno trovato il Cristo risorto ogni volta che hanno servito e sono stati serviti da persone di fede diversa, ed anche noi possiamo incontrare Cristo quando condividiamo la nostra vita e i nostri doni.

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Preghiera:

O Dio di amore,

Tu ci ha mostrato la tua ospitalità in Cristo.

Riconosciamo che nella condivisione dei doni,

noi ti incontriamo.

Donaci la grazia di diventare una sola cosa nel nostro cammino insieme

e di riconoscere te nel nostro prossimo.

Fa’ che, quando accogliamo lo straniero nel tuo nome,

diveniamo testimoni della tua ospitalità e della tua giustizia. Amen.

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Domande per la riflessione personale

1. In quale misura il paese in cui vivi è ospitale verso lo straniero?

2. In quale modo uno straniero può trovare ospitalità e uno spazio per vivere, nel tuo contesto?

3. In quale modo puoi mostrare gratitudine verso coloro che ti hanno mostrato ospitalità rendendosi disponibili?

4. In quale modo la croce ci mostra che l’ospitalità di Dio è un’ospitalità vissuta nella donazione totale di sé?

venerdì 22 gennaio 2010

219 - MOLTIPLICAZIONE DEI PANI NELL'ARTE

Moltiplicazione dei pani e dei pesci - Pagliaro (BG)
Gesù prese i sette pani e i pesci, fece una preghiera di ringraziamento
spezzò i pani, li diede ai discepoli. E i discepoli li davano alla folla.
Tutti mangiarono e ne ebbero a sufficienza.
(Mt.15,36-37)

218- III DOMENICA DOPO L'EPIFANIA

Il brano del Vangelo va letto tenendo presente il racconto della prima moltiplicazione dei pani e dei pesci (Matteo 14,13-21) e come continuazione di Matteo 15,29-31, che narra l’opera di Gesù presso il "mare di Galilea" a favore degli uomini colpiti da varie malattie. Il testo rivela anzitutto il sentimento di Gesù squisitamente umano, vale a dire la "compassione", che rimanda a quella del Padre, di Dio, già magnificata nella rivelazione vetero-testamentaria.

Nel passo citato di Matteo 15,29-31, oggetto della sua compassione sono gli uomini afflitti dalla malattia, mentre qui sono quelli che non hanno di che sfamarsi. È questo, infatti, il primo livello di comprensione del testo evangelico che non va immediatamente superato per coglierne la dimensione "spirituale". Qui Gesù viene anzitutto incontro alla "fame" intesa come bisogno primario di ogni uomo e se ne fa carico personalmente coinvolgendo direttamente i suoi discepoli e, dunque, in prospettiva anche noi che crediamo in lui e ci proponiamo di seguirlo.

In questo testo, i sette pani e i pochi pesciolini, presumibilmente la scorta di cibo per il loro cammino dietro il Maestro, sono richiesti e forniti dai "discepoli" di Gesù. E sono proprio quei pani e quei pesci, sui quali Gesù pronunzia la "preghiera di benedizione", che essi stessi dovranno distribuire alla gente in misura tale da far sì che tutti ne mangino "a sazietà" e addirittura ne avanzi "sette sporte piene", ad indicare l’esuberanza e la sovraeccedente bontà del Signore nei confronti della folla e, dunque, di ogni uomo che è nel bisogno.

Un simile atteggiamento evoca e prolunga quello di Dio stesso che prepara per il suo popolo non solo il dono di una "terra" propria, ma di una terra dove "scorrono latte e miele" e i cui prodotti sono tra quelli più apprezzati nell’antico vicino Oriente: "uva, melograni e fichi" (cfr. Lettura: Numeri 13,23.27). Con ciò, da Gesù stesso, viene alla Chiesa di tutti i tempi, come allora ai suoi discepoli, l’invito a non tirarsi indietro davanti alle essenziali esigenze materiali e fisiche dell’uomo. Al pari di Gesù, la cura pastorale della Chiesa è perciò rivolta all’uomo, a tutto l’uomo e dunque anche ai suoi bisogni di liberazione dalle impellenze primarie per la sua stessa dignitosa esistenza. Ed è ciò che la Chiesa, da sempre, continua a fare dietro esplicita indicazione del suo Signore e Maestro!

L’Epistola paolina ci fornisce, al riguardo, la testimonianza, per noi normativa, della Chiesa apostolica, nella quale la cura e la premura verso l’uomo è considerato il segno dell’obbedienza e dell’accettazione del Vangelo di Cristo (2Corinzi 9,13) e, inoltre, come un "servizio sacro" destinato non solo a provvedere "alle necessità dei santi", ma anche a "suscitare molti ringraziamenti a Dio" (v 12).

Nei pani e nei pesci che sfamano con sovrabbondanza le folle che lo seguono, Gesù mostra di avere in serbo un "cibo": il suo "corpo" e il suo "sangue", in grado di venire incontro, in esuberante pienezza, a ogni più vera e profonda necessità dell’uomo: quella di avere parte alla vita stessa di Dio, vita finalmente liberata e affrancata da ogni contagio del male e soprattutto dal potere della morte. Una vita cioè del tutto trasformata «a causa della straordinaria grazia di Dio» (2Corinzi 9,14) che ci è data nel suo Figlio Gesù.

(A.Fusi)

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Lettura: Numeri 13,1-2.17-27; Salmo 104; Epistola: 2Corinzi 9,7-14; Vangelo: Matteo 15,32-38.

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217 - “TESTIMONIARE NELLA SOFFERENZA”

Riflessione per la quinta giornata della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.

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“Il Messia non doveva forse soffrire queste cose prima di entrare nella sua gloria?” (Lc 24, 26)

Isaia 50, 5-9 Il Signore mi è vicino, egli mi difenderà; Salmo 124(123), 1-8: Il nostro aiuto viene dal Signore, Romani 8, 35-39: L’amore di Dio si è rivelato in Cristo Gesù, Luca 24, 25-27: Gesù spiegò ai due discepoli i passi della Bibbia che lo riguardavano

La sofferenza è una realtà di cui il profeta Isaia parla con forza nella lettura di oggi, ricordandoci che Dio non si rassegna mai a vedere l’umanità che soffre. Il salmo, in risposta, proclama la fiducia che i credenti devono avere nel loro Salvatore. La lettera ai Romani afferma la certezza che l’amore sarà sempre più forte, e che il dolore e la pena non prevarranno mai, giacché prima di offrire la resurrezione al mondo, Cristo ha affrontato una morte terribile e ha conosciuto l’oscura profondità della tomba, per poter essere sempre accanto a noi, anche nei momenti bui.

Sulle orme del Signore, i cristiani che desiderano la piena unità sono chiamati a mostrare la loro solidarietà a quanti sono provati, nella propria vita, da tragiche situazioni di sofferenza, per confessare che l’amore è più forte della morte. È dall’estrema umiliazione della tomba che la resurrezione è giunta come un sole per l’umanità; un’annunciazione festosa di vita, perdono e immortalità.

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Preghiera:

O Dio nostro Padre,

guarda con compassione alla nostra situazione di povertà, sofferenza, peccato e morte,

ti chiediamo perdono, guarigione, conforto e sostegno nelle nostre prove.

Ti rendiamo grazie per tutti coloro che riescono a vedere la luce nella loro afflizione.

Possa il tuo Spirito divino insegnarci la grandezza della tua compassione

ed aiutarci a rimanere accanto alle nostre sorelle e ai nostri fratelli in difficoltà.

Ricolmi della sua benedizione, fa’ che possiamo proclamare in unità

e condividere con il mondo la vittoria del tuo Figlio sulla nostra vita, per sempre. Amen.

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Domande per la riflessione personale

1. In quale modo puoi immedesimarti in coloro che soffrono e sono in difficoltà?

2. In quale modo, attraverso la sofferenza sperimentata nella tua vita, hai raggiunto una saggezza e una comprensione più profonde?

3. Come esprimi la solidarietà verso la sofferenza e l’oppressione sofferta da molte persone che vivono in povertà, e qual è la tua esperienza a riguardo?

4. Come renderesti testimonianza alla misericordia di Dio e alla speranza che trovi alla luce della croce di Cristo?

mercoledì 20 gennaio 2010

216 - “TESTIMONIARE CELEBRANDO LA FEDE CHE ABBIAMO RICEVUTO”

Riflessione per la quarta giornata della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

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Letture: Deuteronomio 6, 3-9:Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo!, Salmo 34(33),1-23:Benedirò il Signore in ogni tempo; Atti 4, 32-35:La comunità dei credenti viveva unanime e concorde; Luca 24, 17-21:Noi speravamo...


Abbiamo un enorme debito di gratitudine verso coloro la cui fede ha dato fondamento alla nostra vita cristiana oggi. Numerosi uomini e donne, attraverso la preghiera, la testimonianza e il culto, hanno assicurato che la fede venisse tramandata alle generazioni successive.

Le letture di oggi affermano l’importanza di sostenere la comunità di fede per assicurare la diffusione della parola di Dio. Il brano del Deuteronomio ci offre la bellissima preghiera che le nostre sorelle e i nostri fratelli Ebrei usano ogni giorno per glorificare il Signore. Il salmo ci invita a rendere testimonianza con la lode di quanto abbiamo ricevuto come credenti, per mostrare la nostra fede attraverso la glorificazione e il rendimento di grazie. Il brano degli Atti descrive una comunità unita nella fede e nella carità. Il brano evangelico ci mostra Gesù al centro della fede che abbiamo ricevuto.

Mentre ci uniamo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle nella preghiera per l’unità in questa Settimana, accogliamo la ricca varietà dell’eredità cristiana. Preghiamo che la consapevolezza di questa comune eredità possa unirci maggiormente, mentre cresciamo sempre più nella fede.

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Preghiera:

Signore Dio Padre,

ti rendiamo grazie per tutte le persone

e le comunità che hanno comunicato il messaggio dell’evangelo a noi,

e ci hanno perciò dato oggi un solido fondamento per la nostra fede.

Ti preghiamo perché anche noi possiamo, insieme, testimoniare la nostra fede,

cosicché altri possano conoscerti e accogliere con fiducia la verità della salvezza

offerta in Gesù Cristo per la vita del mondo. Amen.

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Domande per la riflessione personale

1. Chi ti ha ispirato nella fede?

2. Quali sono gli aspetti della fede che ti stimolano di più nella vita di ogni giorno?

3. Quali pensi siano stati gli insegnamenti più importanti che ti sono stati tramandati?

4. In quale modo puoi riconoscere Dio che opera in te nel trasmettere la fede alle generazioni future?

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215 - APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - GENNAIO 2010

Gennaio 2010 – i giovani e i mezzi di comunicazione sociale

Generale: perché i giovani sappiano utilizzare i moderni mezzi di comunicazione sociale per la loro crescita personale e per meglio prepararsi a servire la società.

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Missionaria: perché ogni credente in Cristo prenda coscienza che l’unità fra tutti i cristiani costituisce una condizione per rendere più efficace l’annuncio del Vangelo.

lunedì 18 gennaio 2010

214 - SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI

Fa' che tutti siano una cosa sola:
come tu, Padre, sei in me e io sono in Te
anch'essi siano in noi.
Così il mondo crederà che Tu mi hai mandato.
(Giovanni 17,21)

sabato 16 gennaio 2010

213 - SOLIDARIETA' CON HAITI

LA CARITAS PARROCCHIALE PER HAITI. Domenica 17 gennaio, la giornata della Caritas parrocchiale è dedicata alla raccolta di offerte per le vittime del terremoto di Haiti.

Grazie a tutti coloro che potranno offrire il loro contributo di solidarietà per i fratelli haitiani nella sofferenza.

Il parroco, P.Luigi.

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Dopo l’appello congiunto del Sindaco e dell’Arcivescovo, ecco i primi aiuti a favore del Paese sconvolto dal sisma. La Diocesi, insieme alla Caritas Ambrosiana, ha stanziato 100 mila euro.

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È possibile donare il proprio contributo (detraibile fiscalmente) tramite:

- ccp n. 13576228 intestato a Caritas Ambrosiana Onlus

- cc bancario presso Agenzia 1 di Milano del Credito Artigiano intestato a Caritas Ambrosiana Onlus (Iban: IT16 P 03512 01602 000000000578)

- carte di credito, con donazione telefonica al numero 02.76.037.324 in orari di ufficio.

La causale delle offerte è “Emergenza terremoto Haiti 2010”.

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Caritas Ambrosiana ha una lunga storia di solidarietà con Haiti. Dopo l’alluvione del 2006 che ha devastato il nord-ovest dell’isola, ha aiutato alcune famiglie di contadini della diocesi di Port-de-Paix a ricostruire le case e a riprendere l’attività agricola. Sempre nella stessa diocesi, ha consentito la riapertura di un dispensario sanitario per 25 mila persone nella parrocchia di Mare-Rouge, gestita da un sacerdote ambrosiano, don Giuseppe Noli. Inoltre ha finanziato corsi di formazione per il personale socio sanitario della struttura. Dal 2006 al novembre 2009 ha sostenuto dei corsi di formazione per 55 insegnanti delle 13 scuole cattoliche della parrocchia. Dopo gli uragani del novembre 2008, ha aiutato le famiglie più disagiate della diocesi di Gonalves a risollevarsi. (www.incrocinews.it).

venerdì 15 gennaio 2010

212 - LE NOZZE DI CANA

Al centro del racconto delle nozze di Cana c’è Maria. Persino Gesù e i discepoli appaiono in una luce più sfumata. Per l’evangelista la figura della madre è senza dubbio centrale, ed è da lei che l’attenzione si proietterà poi su Gesù. Il miracolo, la manifestazione della gloria di Cristo passa attraverso la madre.

Nel racconto evangelico tutti hanno qualcosa da fare: chi nella cucina, chi al servizio, chi agli strumenti musicali. Soltanto Maria vede l’insieme, ha il colpo d’occhio e capisce che cosa di essenziale sta succedendo e che cosa di essenziale sta mancando. Questo è lo spirito contemplativo di Maria, il suo dono della sintesi, la capacità di attendere alle cose particolari.

Certamente anche lei avrà avuto qualche impegno di aiuto materiale: tuttavia badava alle singole cose e contemplava il colpo d’occhio cogliendo la situazione.

Maria percepisce il gemito inespresso del mondo e lo esprime semplicemente: “Non hanno più vino”. E’ l’unica a dire questa parola. E’ probabile che altri se ne stessero accorgendo ma come in un sogno: vedono che qualcosa sta venendo meno, e non sapendo come fare, preferiscono proseguire fingendo di niente.

Questo meraviglioso dono contemplativo dovrebbe desiderarlo ogni donna: non è la perizia, la destrezza nel fare questo o quello, la specializzazione delle capacità umane, ma è una percezione complessiva, che sa conservare il senso del tutto.

Il carisma di Maria è lo sguardo confortante all’insieme del corpo ecclesiale, che la rende attenta per tutti i punti dolenti e pronta ad esprimerli, a provvedere, avvisando chi di dovere, facendo intervenire altri. A Cana infatti Maria non provvede direttamente alla necessità del vino, ma la mette in luce, la pone in rilievo e l’affida al Figlio.

Maria ci deve aiutare a scoprire ciò che manca, non per accusare o recriminare, ma per soffrire e per amare. E anzitutto deve aiutarmi a scoprire quello che manca in me, quel “non so che” che dà il di più: forse sono piccole cose che mi mancano, piccoli passi che devo compiere nella disciplina del corpo, dello spirito, della mente, piccoli perdoni, piccole rinunce da vivere, piccole tensioni da coprire o piccole parole da frenare. Forse mi manca poco perché si manifesti il buon vino.

Maria è sicura del suo figlio, perché è il Figlio di Dio.

Forse è questa certezza a cui veniamo meno più facilmente. Magari ci accorgiamo della mancanza del vino, magari ci immedesimiamo un po’ tristemente nella secchezza della nostra vita, delle nostre comunità, delle nostre chiese locali. Non riuscendo tuttavia a passare il guado della fede, ci arrestiamo nella considerazione amara della situazione oppure cerchiamo delle soluzioni inadeguate. Non crediamo abbastanza, ci manca quel salto di qualità che non consiste nel cercare la chiave del tesoro nascosto, bensì nella sicurezza in Gesù anche nelle cose più semplici, anche nelle espressioni più immediate della vita.

(Cardinale Carlo Maria Martini, in Maria, la donna del suo popolo 1984)

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211 - II DOMENICA DOPO L'EPIFANIA

In queste domeniche, che seguono alla solennità dell’Epifania, ripercorriamo le prime manifestazioni del Signore. Nel segno delle nozze di Cana si rivela la gloria di Gesù ed è annunciata l’ora della Pasqua con il suo gesto l’amore.

Alla festa delle nozze è presente anche Maria che, con la sua intercessione, prefigurata nella preghiera di Ester, appare come la madre che conduce i discepoli alla fede nel Signore.

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Prima lettura: Ester 5,1-1c.2-5

Nell’interpretazione patristica, la figura di Ester viene riletta in prospettiva mariologica. Ella va incontro al suo sposo, il re Assuero, in tutta la sua bellezza, e durante il banchetto intercederà per la salvezza del suo popolo, come farà Maria a Cana.

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Epistola: Efesini 1,3-14.

Nel primo segno di Cana, Gesù manifesta la sua gloria, rivelando la volontà di Dio, che egli è venuto a compiere. Questo testo di Efesini rivela quale sia il contenuto della volontà del Padre: renderci suoi figli adottivi ed eredi dei suoi tesori di grazia.

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Vangelo: Giovanni 2,1-11

Il segno di Cana completa la rivelazione del Natale e dell’Epifania, svelandoci il significato dell’incarnazione. Gesù viene come il vero sposo che attua nella gioia l’alleanza tra Dio e il suo popolo, già profetizzata nel simbolo delle nozze messianiche.

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Oggi la chiesa italiana celebra la giornata nazionale per le migrazioni e la giornata nazionale per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo religioso ebraico cristiano.

martedì 12 gennaio 2010

210 - CONDUCIMI

Signore, fa di me ciò che vuoi!

Non cerco di sapere in anticipo

i tuoi disegni su di me.

Voglio ciò che Tu vuoi per me.

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Non dico:

"Dovunque andrai, io ti seguirò!",

perché sono debole,

ma mi dono a Te

perché sia Tu a condurmi.

Voglio seguirti nell'oscurità,

non Ti chiedo che la forza necessaria.

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O Signore, fa' ch'io porti

ogni cosa davanti a Te,

e cerchi ciò che a Te piace

in ogni mia decisione

e la benedizione su tutte le mie azioni.

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Come una meridiana

non indica l'ora se non con il sole,

così io voglio essere orientato da Te,

Tu vuoi guidarmi e servirti di me.

Così sia, Signore Gesù!

(J. Henry Newman)

209 - CHE COS'È IL CÀNONE DELLE SCRITTURE?

Il cànone delle Scritture è l'elenco completo degli scritti sacri, che la Tradizione Apostolica ha fatto discernere alla Chiesa. Tale cànone comprende 46 scritti dell' Antico Testamento e 27 del Nuovo. (Compendio del catechismo della chiesa cattolica, n. 20)

The Canon of Scripture is the complete list of the sacred writings which the Church has come to recognize through Apostolic Tradition. The Canon consists of 46 books of the Old Testament and 27 of the New.

(Compendium of the Catechism of the Catholic Church, n.20)

El canon de las Escrituras es el elenco completo de todos los escritos que la Tradición Apostólica ha hecho discernir a la Iglesia como sagrados. Tal canon comprende cuarenta y seis escritos del Antiguo Testamento y veintisiete del Nuevo.

(Compendio del Catecismo de la Iglesia Católica, n.20)

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208 - COME LEGGERE LA SACRA SCRITTURA?

La Sacra Scrittura deve essere letta e interpretata con l'aiuto dello Spirito Santo e sotto la guida del Magistero della Chiesa, secondo tre criteri: 1) attenzione al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura; 2) lettura della Scrittura nella Tradizione viva della Chiesa; 3) rispetto dell'analogia della fede, cioè della coesione delle verità della fede tra di loro.

(Compendio del catechismo della chiesa cattolica, n. 19)

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Sacred Scripture must be read and interpreted with the help of the Holy Spirit and under the guidance of the Magisterium of the Church according to three criteria: 1) it must be read with attention to the content and unity of the whole of Scripture; 2) it must be read within the living Tradition of the Church; 3) it must be read with attention to the analogy of faith, that is, the inner harmony which exists among the truths of the faith themselves.

(Compendium of the Catechism of the Catholic Church, n.19)

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La Sagrada Escritura debe ser leída e interpretada con la ayuda del Espíritu Santo y bajo la guía del Magisterio de la Iglesia, según tres criterios: 1) atención al contenido y a la unidad de toda la Escritura; 2) lectura de la Escritura en la Tradición viva de la Iglesia; 3) respeto de la analogía de la fe, es decir, de la cohesión entre las verdades de la fe.

(Compendio del Catecismo de la Iglesia Católica, n.19)

venerdì 8 gennaio 2010

207 - IL BATTESIMO NELLA NOSTRA VITA

L’affidamento al disegno d’amore del Padre, l’appartenenza alla Chiesa, la speranza per il mondo: questo è il Battesimo.

Esso segna per ciascuno di noi l’abbraccio del Padre, è segno efficace delle relazioni vitali che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo allacciano con noi, ci dona un cuore nuovo, ci rende capaci di obbedienza filiale – come Gesù – al disegno di amore di Dio.

Il battesimo segna per noi l’ingresso nella grande famiglia della chiesa, ci abilita a celebrare l’Eucarestia, ad ascoltare e testimoniare la Parola di Gesù, a vivere la carità fraterna, a mettere i nostri doni a servizio di tutti.

Il battesimo ci fa diventare segni di speranza per tutta l’umanità, perché crea in noi una umanità nuova, libera dal peccato, pronta ad entrare nei vari ambiti della convivenza umana non con l’egoismo aggressivo di chi riconduce tutto e tutti a se stesso, ma con la ferma disponibilità di chi, lasciandosi attrarre da Cristo, è disposto ad aiutare, a collaborare, a servire, ad amare.

La meditazione sul nostro battesimo è sempre profondamente consolante. È una meditazione che rasserena il nostro sguardo sul mondo. Anche se i problemi che abbiamo davanti sono enormi, il battesimo, fino a che continua a rivivere in noi e a generare sempre nuovi figli alla Chiesa, ci riempie di fiducia, perché, nei battezzati, Cristo continua a vincere con l’amore il male che c’è nel mondo.

(Carlo Maria Martini, Omelia alla Messa per l’Immacolata Concezione, 1982)

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giovedì 7 gennaio 2010

206 - 10 GENNAIO - BATTESIMO DEL SIGNORE

“Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo spirito santo”: il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano è al centro della liturgia di questa prima domenica dopo l’Epifania, che chiude il Tempo di Natale.

“Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo”: la nuova manifestazione del Signore è invito a camminare senza esitazioni lungo la strada dell’obbedienza, che egli ha voluto indicare con il dono totale di se stesso. Illuminati da questo mistero di grazia, chiediamo di vivere senza smarrimenti, per diventare fedeli discepoli del Signore Gesù ed essere chiamati figli di Dio.

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Prima lettura: Isaia 55,4-7

Isaia ci invita a cercare il Signore e suggerisce come farlo: attraverso un cammino di conversione reso possibile dal confidare nella sua misericordia e nel suo perdono. Dio si fa vicino ai peccatori in Gesù, testimone della sua salvezza per tutti.

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Epistola: Efesini 2,13-22

Gli uomini vivono molte forme di divisione: le più profonde nascono dal peccato, che erige mura di separazione e di inimicizia. Gesù annuncia la pace e vince ogni inimicizia, offrendoci il dono della riconciliazione. La comunione con Dio ci rende un solo corpo.

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Vangelo: Luca 3.15-16.21-22

Colui che battezza in Spirito Santo e fuoco riceve il battesimo d’acqua di Giovanni, con tutto il popolo. Mostra così di vivere il suo esser il Figlio unigenito volendoci tutti suoi fratelli. Condivide la nostra condizione per renderci partecipi della sua.

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martedì 5 gennaio 2010

205 - ADORAZIONE DEI MAGI NELL'ARTE

Domenico Veneziano (1405 circa - 1461 circa) Adorazione dei Magi,
Staatliche Museen di Berlino

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Pieter Paul Rubens Adorazione dei magi, 1634,

Cambridge, King's College Chapel

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Silvio Consadori (1964) – Roma, Palazzo Apostolico,

Vetrata della cappella del papa nell’appartamento privato

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lunedì 4 gennaio 2010

204 - SOLENNITA' DELL'EPIFANIA

La tradizione liturgica della nostra Chiesa Ambrosiana ha colto da subito la grandezza del mistero dell’apparizione nel mondo del Figlio di Dio quale "epifania" o manifestazione anzitutto del suo "mistero" e che, in Lui, Dio attua, finalmente, il suo mirabile disegno di universale salvezza. L’importanza di tale solennità, identica a quella del 25 dicembre, è segnalata dalla ricchezza della proposta celebrativa fornita nel Messale e nel Lezionario.

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La Messa della vigilia

È opportunamente inserita, come avviene nella vigilia di Natale, in una più ampia Liturgia vigiliare vespertina che prevede quattro Letture vetero-testamentarie considerate come annunzio profetico dell’apparizione nel mondo del Verbo di Dio.

Le letture sono prese rispettivamente da: Numeri 24,15-25a riguardante la profezia di Balaam, indovino pagano, sulla "stella che spunta da Giacobbe"; Isaia 49,8-13 annunzia l’accorrere delle "genti" attorno a Dio che consola e ha misericordia; 2Re 2,1-12b racconta di Elia rapito in cielo su un "carro di fuoco", preludio alla venuta del Messia; 2Re 6,1-7 è l’annunzio profetico del "battesimo nella sua morte", nella quale Gesù avrebbe immerso le "genti".

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Messa del giorno

Il Lezionario offre come Lettura: Isaia 60,1-6, che riporta la visione dell’accorrere di tutte le genti verso Gerusalemme; Salmo 71; Epistola: Tito 2,11-3,2 che vede nella venuta nel mondo di Gesù l’apparizione della "grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini"; Vangelo: Matteo 2,1-12 vale a dire il racconto dei Magi che la tradizione della Chiesa considera la primizia delle genti che, riconoscendo con fede il Signore Gesù, entrano a far parte del popolo dei redenti.

IsLa preghiera liturgica sviluppa, nelle orazioni e nei canti, il contenuto del brano evangelico mentre il Prefazio canta gli eventi "epifanici" celebrati in questo giorno.

"Oggi hai svelato, Padre, alle genti convocate dalla luce di una stella il tuo Figlio unigenito; ora che già ti abbiamo conosciuto nella fede, guidaci tu benignamente alla contemplazione aperta della tua sovrana bellezza" (Orazione a Conclusione della Liturgia della Parola).

"Cominciando dalla sua nascita prodigiosa il tuo Verbo rivela al mondo la tua potenza divina con segni molteplici: la stella guida dei Magi, l’acqua mutata nel vino e al battesimo del Giordano la proclamazione del Figlio di Dio. Da queste chiare manifestazioni salvifiche fulgidamente è apparsa ai nostri occhi la tua volontà di donarti nel tuo Figlio amatissimo. Egli è la via che conduce alla gioia perenne, la verità che ci immerge nella luce divina, la fonte inesauribile della vita vera" (Prefazio).

(A. Fusi)

203 - GLI INFATICABILI CERCATORI DI DIO

Ravenna - Mosaico della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

Oggi è la festa degli infaticabili cercatori di Dio, degli inarrestabili pellegrini dell’assoluto, incamminati verso cieli nuovi e terra nuova. A qualunque popolo, razza, religione e cultura appartengano, tutti lo possono trovare per ché Egli, che è la meta, si è fatto anche strada.

I Magi sono il simbolo di tutti coloro che affrontano un lungo percorso ad ostacoli senza cedere ai tentativi di depistaggio.

E il loro viaggio non termina, come ci aspetteremmo, con il raggiungimento del traguardo sognato. «Videro il Bambino con Maria sua Madre» e poi, si potrebbe concludere, vissero felici e contenti. No. Dopo aver offerto i loro doni, «per un’altra strada fecero ritorno al loro paese». Da allora sarà sempre così per chi lo ha trovato e poi vuole rimanere con Lui: bisogna saper cambiare strada, per non perderlo, anzi, per non perdersi....

Festa anche dei lontani, degli stranieri, degli esclusi. L’apparire della luce di Dio tra le nostre tenebre capovolge i sistemi dei pesi e delle misure da noi stabiliti. Trasforma i meccanismi di esclusione e inclusione da noi codificati.

Se i Magi riescono a incontrare e adorare Gesù, è perché Dio, per rivelarsi, non fa preferenze di persone. Egli va incontro e svela il suo volto a quanti si spingono sulle piste del futuro e aprono i varchi dell’esodo.

Festa di chi sa leggere i segni. Una stella, guidava i magi nel loro faticoso cammino. Quanti segni anche per noi, nella natura, negli eventi del tempo, nel cuore dell’uomo, possono diventare frecce direzionali, raggi luminosi che discretamente, nel cuore della notte, orientano i nostri timidi passi verso un paese, sempre incompiuto, dove c’è spazio per ogni uomo: quell’uomo che è lo spazio stesso di Dio.

Davanti a Gesù i Magi non dicono nulla. Di fronte a Lui solo silenzio, ginocchia che si piegano, vita che diventa dono: mirra, oro, incenso. E’ Gesù crocifisso, risorto, glorificato. Compendio dei misteri dolorosi, gaudiosi, luminosi e gloriosi della vita umana.

(Tratto da una omelia di don Tonino Bello)

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sabato 2 gennaio 2010

202 - DOMENICA DOPO L'OTTAVA DI NATALE

Il brano evangelico fa seguito al Battesimo di Gesù al Giordano (Luca 3,21-22) e, immediatamente, al drammatico racconto delle “tentazioni” nel deserto (Luca 4,1-13). I vv. 16-22 localizzano esattamente in Nazaret tali inizi e concentrano la missione e il contenuto della predicazione di Gesù riportando una citazione del profeta Isaia (61,1-2a) che Egli stesso commenta come avverata nella sua persona, suscitando una prima reazione favorevole e piena di stupore.

Qui viene riportato l’esordio del ministero messianico del Signore a cui è stato pubblicamente “consacrato” dallo Spirito (Luca 3,22) che, da quel momento, lo accompagna e lo assiste con la sua “potenza” (Vangelo: Luca 4,14).Nel mistero del Natale, perciò, celebriamo l’apparizione nel mondo e nella storia della Sapienza di Dio fatta “carne”, vale a dire della sua Parola vivente che, sotto la guida e la continua assistenza dello Spirito Santo, è inviata e consacrata all’annunzio efficace del Vangelo «ai poveri, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Luca 4,18-19).

Il Natale è festa di gioia, di luce e di speranza perché ci porta, ogni anno, a riconoscere che nel Bambino di Betlemme, e solo in lui, è venuto nel mondo l’annuncio che è destinato a modificare non solo la situazione di male, di dolore, di schiavitù, di oppressione, ma anche a trasformare i cuori di chi lo ascolta e lo accoglie con fede.

Lettura: Siracide 24,1-12; Salmo 147; Epistola: Romani 8,3b-9a; Vangelo: Luca 4,14-22.

(A.Fusi)

201 - COME LEGGERE LA SACRA SCRITTURA?

La Sacra Scrittura deve essere letta e interpretata con l'aiuto dello Spirito Santo e sotto la guida del Magistero della Chiesa, secondo tre criteri: 1) attenzione al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura; 2) lettura della Scrittura nella Tradizione viva della Chiesa; 3) rispetto dell'analogia della fede, cioè della coesione delle verità della fede tra di loro.
(Compendio del catechismo della chiesa cattolica, n. 19)
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Sacred Scripture must be read and interpreted with the help of the Holy Spirit and under the guidance of the Magisterium of the Church according to three criteria: 1) it must be read with attention to the content and unity of the whole of Scripture; 2) it must be read within the living Tradition of the Church; 3) it must be read with attention to the analogy of faith, that is, the inner harmony which exists among the truths of the faith themselves.
(Compendium of the Catechism of the Catholic Church, n.19)
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La Sagrada Escritura debe ser leída e interpretada con la ayuda del Espíritu Santo y bajo la guía del Magisterio de la Iglesia, según tres criterios: 1) atención al contenido y a la unidad de toda la Escritura; 2) lectura de la Escritura en la Tradición viva de la Iglesia; 3) respeto de la analogía de la fe, es decir, de la cohesión entre las verdades de la fe.
(Compendio del Catecismo de la Iglesia Católica, n.19)