Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 26 giugno 2009

37 - SECONDO VIAGGIO MISSIONARIO DI SAN PAOLO

Nel 50 d. C. Paolo parte per l’Asia minore, per il suo secondo viaggio missionario, in compagnia di Sila e di Timoteo, che diventerà uno dei suoi più stretti collaboratori.
Paolo attraversa l’Asia minore (l’attuale Turchia) per poi passare in Europa, precisamente in Macedonia, a Filippi e in Tessalonica (nell’attuale Grecia). Giunge ad Atene, grande città che contava circa 5.000 abitanti, centro culturale di primo ordine. Paolo predica nella sinagoga, nella piazza principale della città incontra persone semplici e filosofi. I più autorevoli rappresentanti della città lo convocano all’Aeropago, perché possa spiegare il suo messaggio. Paolo fa un discorso adatto ad un pubblico colto (Atti 17,22-31) partendo da una espressione che ha visto su uno dei monumenti della città, e che dice: “”Al dio ignoto”. Paolo dichiara di voler annunziare agli ateniesi ciò che essi adorano senza conoscere. Ma non parla della croce, non nomina neppure esplicitamente Gesù. Paolo ha parlato agli intellettuali di Atene, e ha tentato di fare un discorso sapiente, ma ha fallito l’approccio. Lascia Atene e va a Corinto, sede del proconsole romano, città importante, in posizione strategica. Qui incontra una coppia che proviene dall’Italia, Aquila e la moglie Priscilla, allontanati da Roma da un decreto dell’imperatore Claudio. Paolo ha ripreso a predicare in sinagoga, annunciando che “Gesù è il Cristo” nel quale si compie l’attesa di Israele. Crispo, capo della sinagoga di Corinto si converte, ma Paolo deve affrontare l’ostilità dei giudei. Nei momenti cruciali, Paolo è confortato dalla sua fede: in una visione notturna il Signore dice a Paolo: “Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città” (Atti 18,9-10).
A Corinto Paolo ha compreso fino in fondo la centralità della croce e le sue conseguenze riguardo al contenuto del suo annuncio. La croce di Gesù dimostra la misericordia divina. Paolo sperimenta la “forza e la sapienza” della croce vedendo come essa viene accolta dalla gente più semplice e constatando quanto sia capace di rinnovare la loro esistenza.
A Corinto si trattiene circa un anno e mezzo, compiendo una importante opera di evangelizzazione, dedicandosi non solo alla locale comunità, ma anche alle chiese già fondate, in particolare alla comunità di Tessalonica, alla quale scrive le due lettere.
Dopo aver consolidato i gruppi cristiani di Corinto, nel 52 d.C. Paolo si imbarca per tornare in Siria, accompagnato da Aquila e Priscilla. Nel viaggio di ritorno, si ferma ad Efeso per qualche giorno, lasciando i suoi due collaboratori, e poi riprende la navigazione verso Cesarea Marittima (nell’odierno Israele). Quello che colpisce è la determinazione di Paolo.

Scrive il Cardinale Martini: “Fin dal primo giorno della sua conversione, predica a Damasco e deve fuggire; va a Gerusalemme, predica e lo fanno partire; a Tarso rimane finché la Provvidenza non lo richiama,. Nel suo viaggio missionario, praticamente ogni stazione è un ricominciare da capo; predica ad Antiochia di Pisidia, viene cacciato e va ad Iconio; a Iconio minacciano un attentato contro di lui, tentano di lapidarlo e va a Listra. A Listra è sottoposto ad una gragnola di sassi. Questa ripresa non è umana: un uomo dopo alcuni tentativi falliti, umanamente resta fiaccato. Noi non possediamo la sua instancabilità, nemmeno lui la possedeva: è un riflesso di quello che chiamerà “la carità”. Il suo modo di agire è riversato dall’alto, è un dono, ed è quello che fa sì che la delusione non sia mai definitiva. Nessuno sforzo umano può giungere a questo atteggiamento: è la carità di Dio diffusa nei nostri cuori per lo Spirito che ci è dato”. (Carlo Maria Martini, il vangelo di Paolo, pag. 40-41).

Spunti per la riflessione.
- in che misura incide la fede nella capacità di affrontare la sofferenza?
- credo che la croce è l’unica via che tende credibile ed efficace la mia testimonianza di fede?
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